In estate, è vero, i malati di dermatite seborroica, stanno meglio. L’azione del sole, infatti, almeno in un primo momento, è positiva per ciò che riguarda la diminuzione dell’ampiezza e del numero delle lesioni. Tuttavia il Sole, nel medio periodo, ha una azione immmunodeprimente nei confronti della cute.
Il cosiddetto photoaging (cioè il processo di invecchiamento cutaneo causato dalla liberazione dei radicali liberi in seguito all’azione dei raggi UVA sulla cute) può quindi diventare a sua volta una concausa nel peggioramento della dermatite.
Quindi tanto l’abbronzatura naturale quanto il ricorso sistematico alla lampada abbronzante non può essere considerata una terapia valida per debellare la dermatite seborroica. Tra l’altro l’azione di queste lampade può determinare la comparsa di macchie cutanee sulla pelle, in special modo nelle zone che magari sono state trattate con creme ad azione antifungina e con cortisonici.
Alla fine il paziente non solo assiste ad una rapida recidiva del problema, ma deve anche risolvere il danno estetico determinato da un eccessivo invecchiamento cutaneo e dalla comparsa di antiestetiche chiazze ipopigmentate (scarsamente colorate) o iperpigmentate (cioè molto colorate) sulla cute.